La produzione di sebo abbondante e tipica della pelle grassa si basa su una tale multi-fattorialità da essere, per forza di cose, strettamente legata anche all’alimentazione.
Se non è possibile “curare” la pelle grassa, perchè non si tratta di una patologia ma di una variante della cute, è pur vero che la giusta alimentazione e i corretti integratori possono migliorare le condizioni della pelle e spesso prevenirne i peggioramenti.
Oggi diamo un’occhiata a cosa limitare nell’alimentazione e scopriamo quali molecole costituiscono effettivamente integratori utili per la pelle grassa, valutandone il meccanismo d’azione.
Proprio per la complessità del meccanismi di produzione del sebo, che non dipendono solo da fattori cutanei, ma anche ormonali ed enzimatici a livello sistemico, l’alimentazione gioca qui un ruolo chiave, più che nelle altre tipologie di pelle.
Il seguente articolo non sostituisce comunque il parere del medico che, in caso di disturbi alimentari o condizioni cutanee patologiche, ha competenza assoluta e prioritaria.
ALIMENTAZIONE PER PELLE GRASSA
Qualsiasi sia la tipologia della propria pelle, è banale dire che bisogna mangiare semplicemente bene, variando spesso le fonti.
Le seguenti raccomandazioni sono state stilate tenendo presente che la pelle grassa, oltre ad essere molto delicata e sensibile agli insulti alimentari e cosmetici, è il candidato ideale per l’acne, che è l’espressione per antonomasia dell’infammazione del follicolo pilo-sebaceo.
Alcuni dei seguenti alimenti andrebbero limitati il più possibile, ma NON è necessario eliminarli del tutto e soprattutto qualsiasi modifica al proprio regime alimentare deve essere fatta mantenendo un adeguato apporto calorico e un buon bilanciamento dei nutrienti.
Cosa limitare?
– Salumi e carni rosse
I salumi, trattandosi solitamente di carni rosse lavorate, salate e conservate per il consumo a crudo, risultano altamente infiammatori e stressanti a livello digestivo e possono stimolare risposte ormonali indesiderate.
Senza farsi prendere dal panico, una pizza al prosciutto crudo e una carbonara ogni tanto non fanno grossi danni.
L’importante è non assumere salumi ogni settimana, nel caso preferirli cotti, e ovviamente privilegiare fonti proteiche ottimali, soprattutto pesce e legumi, ma anche uova e carne bianca.
– Zucchero e farinacei bianchi, dal pane alla pasta, passando per i dolciumi.
Le insidie in questo caso sono davvero tante, se pensiamo che anche i semplici cereali per la colazione sono spesso farciti da insospettati vagoni di zucchero aggiunto.
Questo consiglio, riportato anche in Diet and Dermatology, un report pubblicato nel 2014 in Clinical Aesthetic, si estende a tutti gli alimenti ad elevato indice glicemico.
Per le loro caratteristiche, lo zucchero e i cereali raffinati aumentano rapidamente i livelli di glucosio nell’organismo e, di conseguenza, la quantità di insulina.
L’insulina stimola una maggiore produzione di ormoni androgeni e ne aumenta la bio-disponibilità, stimolando i meccanismi che abbiamo visto (qui) essere alla base della produzione di sebo.
– latte bovino e derivati
Sempre in Diet and Dermatology, si spiega come molto spesso il latte bovino, adibito allo sviluppo dei vitelli, presenti eccessive quantità di fattori di crescita del tipo IGF-1, che si comportano in modo analogo all’insulina.
I latticini vanno quindi limitati, preferendo solo un po’ di ricotta e dello yogurt probiotico.
Ovviamente, lo yogurt deve essere senza zucchero aggiunto.
Fondamentali sono, invece, le classiche porzioni quotidiane di frutta e verdura fresche, e l’acqua, che va bevuta in abbondanza e rappresenta un’altra banale ovvietà.
Infine, per evitare peggioramenti è utile limitare il sovrappeso, in ogni caso dannoso, e per gli sportivi non lasciarsi in nessun caso tentare dall’assunzione di steroidi anabolizzanti, tenendo conto che anche l’eccesso di cortisolo e progesterone fanno la loro parte nello stimolare la seborrea.
INTEGRATORI PER PELLE GRASSA
– VITAMINA A
La vitamina A, molecola antiage per eccellenza, porta anche ottimi benefici alla pelle oleosa, diminuendo la dimensione delle ghiandole sebacee e, quindi, la produzione di sebo.
La dose giornaliera minima di vitamina A per un organismo sano è di 0,8 mg (ossia 800 microgrammi) al giorno, che possono arrivare a 1,3 mg per le donne durante l’allattamento.
Per le integrazioni di uso comune, che comunque devono essere cicliche e mai prolungate indefinitamente, la dose massima raccomandata dalla comunità scientifica è di 3,00 mg al giorno (10000 UI).
In quali alimenti trovi la vitamina A?
La vitamina A si trova in particolare abbrondanza nel fegato di qualsiasi animale, ecco perchè una sua ottima integrazione si ottiene con l’olio di fegato di merluzzo.
Altre fonti sono le verdure a foglia verde (come cavoli e spinaci), ma anche uova, carote e albicocche, ricche di carotenoidi.
I migliori integratori di vitamina A sono quelli che permettono di dosare a piacere senza che una capsula corrisponda per forza alla dose massima raccomandata di 10.000 UI.
Un ottimo esempio è l’A4000, che si trova facilmente qui e qui, di cui bastano 1-2 capsule.
Ottima l’integrazione attraverso l’olio di fegato di merluzzo, ad esempio questo (0,8 mg di vitamina A per perla), con cui si può regolare ulteriormente il dosaggio da 1 a 4 perle giornaliere, ottenendo anche un buon introito di vitamina D3. Qui un analogo.
Massima ATTENZIONE: la vitamina A non si espelle con le urine in caso di integrazione eccessiva, ma si accumula nel fegato, essendo liposolubile, e creando non pochi problemi in caso di dovraddosaggio.
È importante sottolineare come la vitamina A integrata oralmente, in dosi dai 30 mg a salire, risulti teratogena, ossia direttamente collegata a malformazioni fetali che possono verificarsi se la gravidanza inizia e si svolge durante o subito dopo il periodo di assunzione.
La dose gravemente tossica per l’organismo si ottiene superando i 300 mg, una quantità dieci volte superiore alla dose teratogena, cento volte maggiore dell’integrazione massima consigliata, e trecento volte la dose indicata per le donne gravide. Si tratta di un sovraddosaggio notevole, per cui ci sono tutti i margini per non fare cavolate involontarie.
Considerando che un’integrazione orale non arriverà mai alla posologia delle terapie farmaceutiche, è molto raro che si possa arrivare ad un eccesso di vitamina A seguendo una normale alimentazione e rispettando i dosaggi dei comuni integratori.
– ZINCO
Come riportato nel 2014 in Zinc Theraphy in Dermatology, lo zinco ha proprietà antinfiammatorie e ricopre un ruolo anti-androgenetico, risultando quindi soporessivo sull’eccesso di produzione di sebo.
In particolare, la sua attività sebo-soppressiva è già nota dagli anni Novanta, quando i suoi effetti sono stati valutati con uno studio accurato in doppio cieco.
La dose minima di zinco necessaria ad un organismo (femminile) sano è di 8-9 mg al giorno, e la dose massima da non superare è di 40 mg giornalieri.
Attenzione però: va assunto a cicli, con attenzione a non eccedere nè in quantità nè in durata dell’integrazione, pur non essendo strettamente pericoloso.
Questo perchè lo zinco ostacola l’assorbimento del rame e può ostacolare l’assorbimento della vitamina A, determinandone una potenziale carenza.
L’assunzione di zinco e vitamina A è spesso contemporanea.
In quali alimenti trovi lo zinco?
Tra gli alimenti animali, la carne di agnello, ma anche ostriche e crostacei sono tutte eccezionali fonti di zinco.
Tra i vegetali, semi oleaginosi e frutta secca come sesamo, pinoli, anacardi, mandorle e semi di zucca, ma anche cacao amaro, fagioli e germe di grano, contenuto solo nei prodotti integrali. Infine, categoria a parte, anche i funghi sono una buona fonte di zinco.
È un’integrazione molto economica, che ad esempio puoi trovare qui e qui.
– PROBIOTICI
Si tratta di batteri affini a quelli naturalmente presenti nel nostro apparato digestivo sano.
Antinfiammatori e riequilibranti, difendono le mucose e sostengono la produzione di micro-nutrienti essenziali.
Utili in caso di assunzioni di medicinali, in concomitanza con periodi di alimentazione non ottimale, ma anche quando la pelle mostra segni di sofferenza: costituiscono un’integrazione sicura sotto ogni punto di vista, che può (anzi, deve) essere protatta il più a lungo possibile.
Possono essere integrati sia attraverso prodotti appositi, con multipli ceppi batterici che possano adattarsi alle necessità del singolo organismo, sia attraverso yogurt opportunamente fermentati.
– PICNOGENOLO
Un potente mix di antiossidanti, estratto dalla corteccia di Pino Marittimo, liposolubile ed eccellente concorrente della vitamina E, di cui surclassa le proprietà.
Oltre ad essere un bravo radical scavenger, che neutralizza i radicali liberi prima che possano far danni, ha la capacità di evitare la perossidazione lipidica, che semplificando vuol dire evitare che i lipidi contenuti nelle cellule vadano rancidi.
Se dobbiamo convivere col sebo e con una pelle ad elevata composizione lipidica, evitiamone almeno la degradazione in componenti irritanti e pro-infiammatorie.
Ci sono fonti alimentari di picnogenolo?
Siccome non penso che tra i miei lettori ci sia qualcuno avvezzo a mordere la corteccia di pino, l’unica fonte alternativa comune è la buccia dell’uva, dalla quale si ottengono antiossidanti simili a quelli contenuti nel Picnogenolo (Pycnogenol® è un nome a marchio registrato per indicare questa miscela di antiossidanti, non il nome di un componente).
Il modo migliore per assumerlo è senza dubbio l’integrazione, che anche in questo caso deve interrompersi a cicli, in quantità compresa tra 50 e 200 mg al giorno.
I migliori integratori disponibili sono senza dubbio questo (45 mg per capsula più altri antiossidanti) e questo (30 mg per capsula).
Si conclude qui la rubrica sulla pelle grassa, dopo questa carrellata di integratori con specifici benefici per le necessità di questa particolare tipologia di pelle.
Si tratta di integrazioni aggiuntive a quelle di base sempre consigliabili, in particolare omega 3 (di cui abbiamo parlato qui) e vitamina D (qui), che conosci già bene se sei mia lettrice da tempo.
Al prossimo approfondimento!
Dorothy Danielle 🌸
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Cara Dorothy, se i medici sapessero queste cose!
Conosco ragazze molto giovani, tra i 15 e i 18 anni affette da acne, che sono in cura con quel farmaco molto potente, che non voglio citare, che dà gravi effetti collaterali.
Perche non provare prima a sistemare l’alimentazione e prendere qualche integratore?
Mah, è solo un mio pensiero ad alta voce, ci mancherebbe…però…
Buonasera Marcella,
Grazie per il tuo commento!
Considera che in questo articolo ho parlato strettamente di pelle grassa e non di acne. Una cute oleosa può anche non avere un singolo difetto, ma essere un mare di unto e creare disagio, soprattutto negli ultimi anni in cui la moda della pelle opaca ha invaso i social network.
L’acne può essere collegata alla pelle grassa, ma è a tutti gli effetti una patologia medica ulteriore e a sé stante, che spesso necessita di farmaci dietro prescrizione, alcuni sensati e sempre meno dannosi (estrogeni, acido retinoico), altri assurdi (antibiotico), a seconda di quello che il medico individua come causa principale, purtroppo a volte dimenticando che la pelle resta estremamente delicata e andrebbe curata come tale, senza dubbio anche attraverso l’alimentazione.
Buon proseguimento!
Dorothy
Se parli delle pillole contraccettive, alcune vogliono solo la scusa per farsele prescrivere.
Buongiorno Maria Paola,
Il fatto che i farmaci a base di estrogeni, quindi anche la pillola anticoncenzionale ma non solo, abbiano effetti benfici sul controllo della pelle grassa e/o impura è assolutamente certo, scietificamente provato e indiscutibile.
In certi casi, in cui il problema era strettamente ormonale, la pelle migliora tanto da far poi dubitare che un problema ci sia mai stato, ed è un risultato entusiasmante.
Che poi ci sia chi utilizza i problemi cutanei come giustificazione per l’uso dei contraccettivi ormonali, questo è semplicemente dovuto allo stigma che parte della nostra società ancora impone sulla sessualità femminile e sull’autodeterminazione in tema di maternità e controllo delle nascite, argomenti visti ancora, purtroppo, come qualcosa di sporco e di cui vergognarsi.
I medici non hanno generalmente alcun problema a prescrivere contraccettivi se la paziente manifesta volontà di evitare gravidanze indesiderate, al massimo la “scusa” della pelle viene utilizzata con parenti, amici e conoscenti impiccioni, da parte di ragazze e donne che non vogliono stare a discutere di quelli che dovrebbero essere diritti acquisiti di libertà.
Non da ultimo esiste anche chi prende “due piccioni con una fava”, ossia tiene sotto controllo la pelle ed evita gravidanze non volute.
Purtroppo sappiamo tutte come la società possa essere pronta a giudicare ogni nostro passo, per cui capisco il disagio che porta alcune, soprattutto giovanissime, a raccontare talvolta questa bugia bianca.
La domanda è: perchè si obbligano queste persone a giustificarsi per una loro scelta libera e legale?
Ad maiora e grazie del tuo commento!
Dorothy
Hai detto una triste realtà!
A proposito di pelle grassa… Sto usando la vecchia crema La Pomata del Dr Biancardi! Alcune dicono che ha un INCI allarmante, ma io mi sto trovando abbastanza bene e non è vero che secca la pelle (almeno a me che la sto usando da un paio di giorni!)
Buonasera Maria Paola,
La pomata Biancardi non è un prodotto che definirei per pelle grassa: l’assenza di acqua e l’elevata quantità di polveri assorbenti possono senza dubbio disidratare la cute in superficie, ma la produzione di sebo resta comunque invariata.
Considera comunque che una valutazione accurata degli effetti di un cosmetico necessita dai 28 ai 90 giorni, nei primi tempi la pelle vive di rendita della precedente skincare.
Buon proseguimento
Dorothy
Grazie mille!