Il profumo nei cosmetici è un grosso problema per le pelli sensibili e reattive, anche quando eventuali allergie non sono state ufficialmente conclamate da un patch test ospedaliero.
Sotto il termine profumo (parfum / fragrance) che leggiamo nell’INCI di un cosmetico si possono nascondere centinaia di diverse molecole, destinate a reagire con gli altri ingredienti del prodotto e con la pelle stessa.
Di tutte le possibili componenti di cui il profumo può essere costituito, la legge europea in materia cosmetica (Regolamento 1223/2009) individua 26 sostanze che devono essere indicate in INCI se presenti oltre alcune soglie specifiche.
Più avanti trovi l’elenco completo di questi allergeni del profumo, ora è invece necessario fare un passo indietro.
Partiamo col dire che le profumazioni “naturali” NON hanno alcun tipo di valore aggiunto rispetto alle profumazioni di sintesi. Non sono più delicate, non sono meno allergizzanti, di sicuro ne parleremo meglio.
Dei 26 allergeni del profumo che possiamo trovare in INCI, 18 sono presenti soprattutto nelle profumazioni da oli essenziali, quindi “naturali”.
Posto che il profumo è solo uno dei possibili colpevoli quando si parla di reazioni avverse e allergie ai cosmetici, il cosmetico del tutto anallergico non esiste: chi ha una pelle particolarmente reattiva e incline a rispondere con reazioni infiammatorie all’applicazione di alcuni prodotti, deve stare doppiamente attento anche quando il cosmetico sia marchiato come ipoallergenico.
In tutti questi casi, il profumo NON deve essere presente in INCI oppure deve essere privo di allergeni, augurandoci che chi crea, produce, ma soprattutto chi vende, sia persona intellettualmente onesta e capace di consigliare il cliente per il meglio.
Eppure, non sempre è così.
Credo sia il momento giusto per raccontarti un piccolo aneddoto realmente accadutomi non più di un paio di settimane fa, che capita proprio a fagiolo.
In profumeria, viene proposto al mio cavaliere un olio pre-rasatura.
Gli sguardi si incrociano e ci capiamo al volo: prendo la confezione, cerco gli ingredienti e provo a isolare la mente per non sentire la recita senza fiato della consulente/addetta alla vendita, che aveva palesemente memorizzato l’intera brochure pubblicitaria.
Poso il prodotto e comunico che non siamo interessati all’acquisto, mi viene chiesto il motivo e rispondo in confidenza e tranquillità che nei prodotti per la rasatura, momento nel quale la pelle del mio uomo (per quanto robusta) può ferirsi e comunque viene ben stressata, prediligo l’assenza di allergeni del profumo.
Fin qui, tutto bene.
Il momento imbarazzante parte quando la signora entra in modalità cosmetologo e tenta di convincermi che “di profumo tanto ce n’è poco ed è molto delicato” (sic).
Dunque prende la confezione, mi sventola l’INCI davanti agli occhi e, orgogliosissima, afferma:
– Guardi! Il profumo è in basso, quando è in fondo all’INCI vuol dire che ce n’è poco!
Tu che leggi questo blog sai ormai benissimo che il profumo è SEMPRE in fondo all’INCI, che ce n’é SEMPRE poco, e che a tutti gli effetti ne bastano poche gocce, sia per profumare il prodotto, sia per dare reazioni allergiche.
Se il profumo è nelle prime posizioni della lista ingredienti, allora abbiamo comprato un prodotto inutilmente vuoto, forse solo un tonico bruttino.
Dopodiché la nostra beniamina afferra il tester, lo svita, se lo porta al naso, quindi ci invita ad annusare questo benedetto olio, e con un ghigno di vittoria sul viso ci rende partecipi delle sue sensazioni:
– È delicatissimo!
…! In quel momento credo di essere andata in autocombustione: avevo davanti la classica persona che, pur non avendo mai aperto un libro di cosmetologia, porta sul lavoro approfondimenti presi da un paio di video su internet e da un trafiletto letto su qualche rivista femminile trash, facendo disinformazione sulla pelle della clientela.
Mi sono morsa la lingua, abbiamo ringraziato e ce ne siamo andati, peraltro sir Alex si è poi anche premurato di rendermi edotta della scarsa utilità di un olio pre-rasatura se si vuole una barba fatta a fondo. Tutti contenti.
Annusare un cosmetico non è in alcun modo un test indicativo della quantità e della delicatezza del suo profumo in temini di allergenicità. Certo, se inizi a starnutire abbiamo già delle brutte notizie, ma un’annusata normalmente ti può solo far capire se quell’odore ti piace o meno.
Per fare un paragone azzardato, l’arsenico è incolore, inodore e insapore, ma da qui ad affermare, solo perchè non provoca stimoli forti sui cinque sensi, che si tratti di una sostanza delicatissima senza possibili reazioni avverse, ce ne passa. Il fatto che nessuno di coloro che l’hanno assunto se ne sia poi lamentato non è un buon motivo per provare.
Se in INCI sono indicati alcuni allergeni del profumo, vuol dire che quelle precise sostanze sono presenti in quantità maggiori allo 0,001% per i prodotti leave on, e maggiori allo 0,01% per i prodotti a risciacquo, a prescindere dall’odore del prodotto, anche qualora profumasse di nulla eterno.
Se le percentuali di allarme sono così basse, puoi ben capire quanto possano essere allergizzanti delle molecole che, guarda caso, si chiamano allergeni.
Semplificando, esistono profumazioni leggere all’olfatto che potrebbero essere estremamente irritanti, mentre può capitare che una sostanza molto profumata possa essere del tutto innocua e priva di allergeni.
Ricorda: se la profumazione scelta dal formulatore contiene alcune delle 26 molecole note come allergeni del profumo, queste devono per legge essere indicate in INCI, costituendo un’indicazione utile agli allergici e ai soggetti sensibili. È l’unico parametro che hai.
A questo punto, si rende necessario rispondere ad un paio di domande ricorrenti:
Allora il profumo nei cosmetici è pericoloso?
Definiamo intanto il concetto di “pericoloso”: i profumi (tutti) sono potenzialmente allergizzanti. Il rischio per le pelli sensibili è quello di sviluppare dermatiti o allergie, più o meno gravi a seconda della predisposizione del singolo individuo.
Certo, in alcuni studi in vitro, determinate molecole presenti nei profumi hanno dato evidenza di citotossicità, causando danni al metabolismo cellulare con esiti di necrosi (morte) delle cellule.
Eppure gli studi in vitro non sono del tutto affidabili, perchè non tengono conto delle complesse procedure di difesa del corpo umano: mettono semplicemente a contatto un tessuto bersaglio e la molecola da studiare su una piastra di vetro e guardano cosa succede.
L’essere umano usa i profumi dalla notte dei tempi, soprattutto quando lavarsi era un lusso raro: direi che non c’è da preoccuparsi.
Dov’è la lista dei 26 allergeni del profumo?
Ecco tutti gli allergeni del profumo che potresti trovare in INCI!
Lista A (sostanze allergizzanti conclamate, segnalate dai consumatori che hanno avuto reazioni avverse)
* Amyl cinnamal
* Amylcinnamyl alcohol
* Benzyl alcohol
* Benzyl salicylate
* Cinnamyl alcohol
* Cinnamal
* Citral
* Coumarin
* Eugenol
* Geraniol
* Hydroxycitronellal
* Hydroxymethylpentyl-cyclohexenecarboxaldehyde
* Isoeugenol
Lista B (sostanze allergizzanti conclamate, attenzionate dal Comitato scientifico per la tutela della salute del consumatore)
* Anisyl alcohol
* Benzyl benzoate
* Benzyl cinnamate
* Citronellol
* Farnesol
* Hexyl cinnamal (meno comunemente Hexyl cinnamaldehyde)
* Butylphenyl methylpropional (meno comunemente Lilial)
* d-Limonene
* Linalool
* Methyl 2-Octynoate (meno com. Methyl heptine carbonate)
* Alpha-isomethyl ionone [meno com. 3-Methyl-4-(2,6,6-trimethyl-2-cyclohexen-1-yl)-3-buten-2-one]
* Evernia prunastri extract (Oakmoss extract)
* Evernia furfuracea extract (Treemoss extract)
QUANDO DEVO EVITARE IL PROFUMO NEI COSMETICI?
A scopo cautelativo, i prodotti contenenti profumo non vanno utilizzati su pelle irritata o abrasa.
Per irritazione si intende anche una semplice ceretta e per abrasione si intende anche la ferita post-schiacciamento del brufolo.
Se la tua pelle è sana, se non hai mai avuto alcuna reazione allergica ai profumi, se non hai intenzione di usare quello specifico prodotto profumato su pelle irritata o abrasa e se non soffri di particolari reazioni infiammatorie da contatto, allora i cosmetici profumati non ti devono fare paura e puoi continuare ad usarli in tutta tranquillità.
Dorothy Danielle
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Buongiorno, mi ritrovo pienamente in questo articolo visto che da anni ormai soffro di quest’allergia. Quello che mi chiedo è se chi soffre di allergie ha diritto a un supporto economico per l’acquisto dei prodotti. Mi ritrovo ogni volta a spendere 15 euro per un shampoo e non vi dico per gli altri prodotti. So che per chi soffre di intolleranze alimentare è riconosciuto un rimborso economico. Mi chiedo se anche ha altri tipi di allergie/intolleranze chiaramente riconosciute dal medico.
Valeria
Buongiorno Valeria,
Non mi risulta esista, purtroppo, alcuna agevolazione economica per l’acquisto di cosmetici per cute allergica, così come anche una buona parte delle intolleranze alimentari non riceve alcun supporto (es. intolleranti al lattosio).
Per fortuna l’offerta cosmetica è talmente ampia che, una volta individuate con assoluta precisione le molecole a cui è allergica, può senza dubbio trovare delle valide alternative a prezzi inferiori.
Buon proseguimento
Dorothy Danielle
Ciao a tutti. Un anno fa ho fatto le prove allergiche e sono risultata allergica ai profumi mix e profumi mix 2. Mi sapreste dire che linea di prodotti potrei utilizzare? Non so più dove cercare …
Buonasera Stefania,
Purtroppo senza conoscere tutte le caratteristiche, le necessità e i trascorsi della sua pelle, cosa che richiede una consulenza privata approfondita, non posso professionalmente indicarle alcun prodotto.
Tuttavia, vista l’allergia riscontrata ai test allergici, è ovvio che deve evitare tutti i cosmetici che abbiano la dicitura in inci Parfum, a prescindere dalla presenza o meno di allergeni.
Non solo, le consiglierei anche (e soprattutto) di evitare i prodotti ecobio (“naturali”) che non siano espressamente formulati senza profumazione e senza allergeni. Il problema è che gli estratti vegetali tanto amati dalla cosmetica ecobiologica contengono a loro volta centinaia di molecole potenzialmente allergizzanti e quindi, nel suo caso, possono risultare pericolosi.
Molto meglio un prodotto formulato con sostanze di sintesi maggiormente inerti, non necessariamente inquinanti o occlusive, e pochi attivi mirati, senza piantine e profumi vari.
Ovviamente, eviti di indossare profumi.
Dipende poi dalla gravità della sua allergia, ma se finora ha individuato dei prodotti che non le danno fastidio, pur contenendo profumo, non stia a buttarli, l’importante è che non li utilizzi insieme ad altri prodotti profumati, che da soli non le danno fastidio ma insieme potrebbero fare reazione.
Buona serata,
Dorothy Danielle
Ciao, a me sorge spontanea una domanda. Prodotti erbolario: sono pieni di profumo, in alcuni casi anche ai primissimi posti dell’inci, sono venduti su larga scala e pare, dico pare perché non ho dati, che non si siano molte persone che sviluppano reazioni avverse. Questo ci deve tranquillizzare? Nel senso: se non abbiamo una pelle reattiva possiamo stare serene. Io comunque, personalmente, sui prodotti viso non amo che si sia troppo profumo. Nel caso invece degli oli viso che contengono oli essenziali, vale lo stesso discorso sugli allergeni?
Ah, e a proposito delle commesse 🙂 il rischio di ripetere a pappagallo le bruchure è sempre in agguato. Anche da gente che lavora da anni nel settore, e che quindi avrebbe dovuto sviluppare un approccio un po’ più critico al prodotto. Per farla breve: entro in erboristeria e cerco un bagnoschiuma. Già che sono lì mi si tenta di vendere anche un’acqua micellare. Sembrava la descrizione dell’acqua santa: strucca ma non contiene sapone… Ah, si?! Magiaa 😉 non la devi risciacquare e se hai la pelle grassa ti restringe i pori, se invece l’hai secca ti idrata perché si adatta la tuo tipo di pelle. OK… Ciao
Le meraviglie del “non contiene sapone”, frase molto oscura per il consumatore! Chiedere sempre se per sapone intendono la saponetta tipo marsiglia, o qualsiasi tensioattivo classificato come tale… (Buona la prima)
Le brochure commerciali delle acque micellari sono sempre più ridicole, c’è poco da fare.
Buona serata!
Dorothy
Ciao Bianca,
Premessa doverosa è che i prodotti estremamente profumati, anche in maniera palesemente aggressiva, sono estrmamente comuni: detersivi, ammorbidenti, oltre a tutta la gamma di cosmetici viso e corpo di bassa fascia (anche in profumeria) che punta più sulle profumazioni che su eventuali funzionali.
L’Erbolario non riscontra sicuramente un livello di allergie o reazioni maggiore di queste altre categorie di prodotti, visto che tutto sommato buona parte della popolazione li sopporta bene.
Quindi, se teniamo conto che i componenti più pericolosi e facilmente irritanti sono del tutto vietati per legge, e sappiamo di avere una pelle generalmente poco reattiva, allora possiamo senza dubbio stare tranquilli.
Ti confermo anche, per esperienza lavorativa personale, che i cosmetici venduti da aziende più conosciute e più grosse (anche nell’ecobio) sono spesso più sicuri, anche in termini di chiarezza INCI. Le aziende minuscole e artigianali, se non gestite da tecnici, talvolta sono da mani nei capelli per il livello di approssimazione.
Gli oli essenziali risultano da alcuni punti di vista più insidiosi delle profumazioni sintetiche,sto preparando un articolo a parte proprio in merito: il problema va oltre gli allergeni, perchè mentre il profumo sintetico è fine a sè stesso, gli oli essenziali possono avere addirittura capacità terapeutiche entrando in circolo, e richiedono delle precauzioni d’uso particolari visto che vengono spesso venduti puri. All’interno di un prodotto finito destano le medesime preoccupazioni di un profumo qualsiasi, quindi sempre occhio alle allergie conclamate e alle precauzioni d’uso necessarie.
È pur vero che nell’ecobio l’incidenza di reazioni allergiche è maggiore rispetto ai prodotti sintetici, che hanno altri problemi.
Buona serata!
Dorothy
Ciao Carissima. Il tuo articolo cade a fagiolo, visto il nostro ‘passaggio’ fb di ieri sulle allergie. Sarei contenta di poter avere aiutato la nascita di questo post, benché temo vana la mia speranza 🙂
Ho l’ impressione che non ti piacciano molto le venditrici cosmetiche, ;), mi sbaglio?
Capisco che dal tuo punto di vista, una persona impreparata che tocchi l’argomento ti dia sui nervi. Anche a me urtano le persone che vogliono fare le esperte con me, nel mio ambito lavorativo, pur non capendo un tubo di ristorazione. Però, non essere troppo dura con una persona che giustamente deve fare il suo lavoro… vendere! Anche io, in un confronto con te, alla lunga sarai destinata a soccombere. Non posso confrontarmi alla pari con una persona che ha macinato esami per arrivare a tale conoscenza delle materie cosmetiche. Potevi offrirle un po’ del tuo sapere, così si sarebbe data una calmata 🙂
Volevo chiederti qualcosa in più, riguardo al fatto di starnutire in presenza di un profumo. Quindi, lo “Chanel eau tendre” in mio possesso, che vaporizzo nell’aria davanti a me e che poi attraverso (cerco di evitare il contatto diretto del profumo con la pelle, già da un paio di anni), sarebbe meglio toglierlo da mezzo? Inizialmente, mi causa alcuni starnuti. Lo uso di rado, per questo motivo, ma non immaginavo dovessi realmente preoccuparmi… grazie per l’attenzione ♡
Buonasera Maria,
Gli articoli vengono scritti e programmati con un po’ di anticipo, ma sono davvero contenta che il caso abbia voluto che proprio nei giorni scorsi avessimo blandamente trattato l’argomento, vuol dire che tutto sommato forse ho scritto qualcosa che rientra nelle preoccupazioni comuni.
Vorrei inoltre rassicurarti: venditrici, commesse, rappresentanti commerciali, consigliere di bellezza o presentatrici che dir si voglia, mi stanno più che simpatiche nel momento in cui fanno il loro lavoro, che NON è semplicemente vendere tout court.
Il loro lavoro è dare al cliente ciò che desidera e ciò di cui ha realmente necessità, soddisfacendo questi bisogni in cambio dei suoi soldi, non spingerlo in tutti i modi ad acquistare qualcosa che non lo convince o che non gli serve.
In quest’ultimo modo si perde solo credibilità e clientela, soprattutto quando una venditrice dipendente da un’azienda esula dalle informazioni autorizzate nel tentativo di dare un approccio scientifico del quale non ha padronanza.
Siccome non amo l’atteggiamento del “Lei non sa chi sono io” (una normale cliente), avevo già dato spiegazione del mio rifiuto al prodotto (e non ero lì per fare formazione del personale gratis), ho preferito congedarmi e lasciar cadere la cosa, risparmiando tempo e non avendo la benché minima voglia di discutere con gente che non conosco su argomenti tanto frivoli.
Non è una gara tra professionisti del settore, anche io ho le mie lacune e continuerò ad averne finchè campo perchè non si finisce mai di imparare, ma se non ho certezza di un’informazione ammetto di non averne conoscenza, mi scuso per non saper rispondere, mi informo da diverse fonti accreditate, e solo a quel punto ne parlo con cognizione di causa.
Riguardo infine al profumo che ti fa starnutire, è possibile che ti dia un po’ di sensibilizzazione allergica a livello respiratorio, non necessariamente con esiti cutanei, ma tale da renderne consigliabile un uso diradato evitandone il riacquisto. Prova a spruzzarlo su una sciarpa e ad indossarla almeno qualche minuto dopo averlo vaporizzato: dovrebbe darti meno problemi.
Buon proseguimento,
Dorothy
Hai ragione Dorothy. Non devono vendere e basta, sarebbe come se io volessi “costringere” un cliente ad ordinare un piatto che “devo spingere”.
Sicuramente una persona appartenente al settore commerciale deve vendere, questo intendevo dire quando parlavo di fare il proprio lavoro, però è pur vero che ci sono modi e modi e, soprattutto!, il Buon venditore deve guardare al cliente che ha davanti e calibrarsi sulle sue esigenze, non sulle proprie.
Voglio però sperare che questa commessa fosse in buona fede e non una vecchia volpe (sarò sicuramente un’ingenua io, ma tendo sempre a pensare alla buona fede di chi mi sta davanti).
Proverò il profumo sulla sciarpa, grazie per l’utile consiglio ♡♡♡
Interessantissimo articolo 🙂 (quando non lo sono, i tuoi, del resto?!)
Parlando di profumo vero e proprio, nella sua connotazione tradizionale (e non all’interno di un cosmetico), quindi sarebbe sempre meglio evitare di spruzzarlo direttamente sulla pelle?
Io solitamente lo spruzzo a debita distanza e non sulla pelle (ma sui capelli e sugli abiti che indosso). Faccio bene?
Ciao Stefania,
Ti ringrazio tanto anche questa volta, sei sempre un tesoro.
Parlando di profumo in boccetta, in negozio andrebbe fatto almeno un tentativo sull’incavo del braccio o sul collo, per verificare che nelle ore successive non ci siano macchie rosse o altre reazioni. Il problema è che talvolta i tester sono lì da mesi, in tal caso meglio forse un campioncino.
Posto che il profumo non ti dà problemi nè respiratori nè cutanei, se ogni tanto ti capita di spruzzarlo sulla pelle non succede niente, mentre per un uso quotidiano fai benissimo ad applicarlo (quando possibile) sugli abiti.
Buona serata!
Dorothy