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SIERO VISO: A COSA SERVE DAVVERO? Quale scegliere?

Sono sicura che qualcuno tra i lettori si sarà chiesto, in qualche momento di noia, cosa sia un siero e come possa essere definito scientificamente questo prodotto cosmetico. Sono altrettanto sicura che in pochi si saranno dati una risposta precisa e soddisfacente.
Quindi: a cosa serve il siero viso? È davvero un prodotto più concentrato e attivo rispetto agli altri?

L’idea di redigere un approfondimento su questo importante protagonista della nostra beauty routine nasce durante la stesura della Guida alla Skincare Coreana, in particolare parlando di essence: è impossibile capire i sieri coreani se non abbiamo in partenza una visione chiara sui prodotti della skincare occidentale.
È quindi ora di sciogliere qualche dubbio e di svelare la cruda realtà sul siero viso

IL SIERO è Più ATTIVO DEGLI ALTRI PRODOTTI COSMETICI?

Il consumatore dà normalmente per scontato che il Siero sia un trattamento intensivo in grado di migliorare drasticamente le proprie problematiche cutanee, più leggero sulla pelle rispetto ad una crema, ma più attivo rispetto a quest’ultima.
Al siero viene sostanzialmente attribuita di default una maggiore funzionalità rispetto agli altri cosmetici.
Tuttavia, questa sorta di tacito accordo tra consumatori e formulatori non esiste, è tutto nella nostra testa.

Un siero e una crema possono contenere gli stessi attivi, nelle stesse quantità, senza che l’equilibrio universale subisca danni.
Può capitare che un siero contenga percentuali maggiori di attivo rispetto ad una crema, ma può succedere anche il contrario.
Il termine “siero” non è garanzia di nulla: esistono molti sieri funzionali, ma difficilmente sono adatti a tutti, così come esistono sieri la cui formula rischia di fare più danni che altro.
Il fatto che un prodotto si chiami “siero” non lo rende automaticamente perfetto.

Negli ultimi articoli dedicati alla mia Skincare Routine ho iniziato ad utilizzare il titolo “trattamenti” per indicare in generale i cosmetici funzionali, evitando così categorie come siero, fluido, gel, essence, boccetta, fiala, alambicco e pipetta, in quanto la differenza tra i nomi dei diversi prodotti è una scelta puramente commerciale.

Ora che siamo ancora più confusi di prima, è il momento di capire cos’è un siero.

SIERO VISO: cos’è

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La parola “siero”, in ambito chimico-formulativo, non vuol dire NULLA.

Qualcuno avrà notato che i sieri possono avere qualsiasi tipo di consistenza: liquidi e acquosi, gel, oli, e addirittura cremine fluide.
Questo accade perché non esistono linee guida per la formulazione di un siero, tanto meno delle regole precise, né scientifiche né legali.

I prodotti cosmetici vengono scientificamente suddivisi (anche, ma non solo) per la loro forma cosmetica, ossia per il modo in cui vengono formulati. Ad esempio:

  • un mix di acqua e olio, tenuto insieme da sostanze in grado di legare queste due fasi immiscibili rendendole omogenee, per la scienza si chiama Emulsione, per noi si chiama solitamente Crema oppure Siero, a seconda di quanto l’emulsione risulti densa o liquida.
  • Una base acquosa e/o alcolica, nella quale siano perfettamente disciolte delle componenti solide o liquide, per la scienza si chiama Soluzione, mentre per noi può essere sia un tonico che un siero.
  • Se poi questa soluzione viene addensata da ingredienti gelificanti, per la scienza si chiama Gel, una forma cosmetica molto comune per tanti prodotti che poi vengono commercializzati come “siero”.

Con un’affermazione provocatoria, potremmo dire che talvolta la distanza tra un tonico e un siero in forma gel può essere semplicemente l’aggiunta di un grammo di gomma xantana, ingrediente gelificante che permette di trasformare una soluzione più liquida e acquosa in un gel.

Per la scienza, in sostanza, il siero non esiste. Esistono invece emulsioni, soluzioni, dispersioni, gel, lipogel e altre forme meno comuni, come unguenti e oleoliti.
C’è una sola regola che per ora possiamo estrapolare da questo caos: vengono commercializzati come Siero quasi tutti i trattamenti funzionali che non possono essere chiamati Crema.

Per dare un’idea di quanto sia possibile diversificare il concetto di siero, trovo interessante l’esempio della linea Supreme dell’azienda bio Eterea Cosmesi, avendo utilizzato e apprezzato (acquistando di tasca mia senza nessun rapporto con l’azienda, come sempre) diversi loro sieri che ricadono in categorie formulative e funzionali completamente diverse:

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Il Supreme siero antimacchie (questo) è una soluzione: si tratta di un liquido in cui sono stati disciolti tutti gli attivi antiossidanti e schiarenti, spesso da fonti vegetali (da qui il colore scuro del prodotto), che costituiscono la funzione principale di questo siero.
La consistenza è quella dell’acqua e il siero si asciuga molto velocemente, per cui l’idratazione apportata alla pelle è molto bassa. In compenso, agisce sulle iperpigmentazioni brune e anche sulle macchie post-brufolo.

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Il Supreme siero di acido ialuronico (questo) è un gel: la soluzione di base, che vede antiossidanti e lenitivi vegetali disciolti in un mix di idrolati, è addensata dallo stesso acido ialuronico (ialuronato di sodio), che in percentuali vicine all’1% tende a gelificare e ad addensare la soluzione acquosa in cui viene utilizzato.
L’azione di questo siero è profondamente idratante, con un deciso tocco lenitivo e calmante.
Già citato nella beauty routine Estate 2018.

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Il Supreme oro viso (questo) è un olio viso, un siero composto esclusivamente da oli vegetali mescolati tra loro, uniti ad estratti vegetali liposolubili che ne potenzino la capacità antiossidante.
Trattandosi di un olio non idrata, ma, riparando la barriera cutanea, aiuta a trattenere sulla pelle l’idratazione precedentemente fornita, oltre a proteggere la cute dai radicali liberi.

Il Prodigious Luminescent antiage serum (questo), pur non appartenendo alla linea Supreme, ci consente di completare questo percorso tra le diverse forme cosmetiche.
Si tratta infatti di un’emulsione, che unisce una quota acquosa, costituita soprattutto dagli idrolati di rosa damascena e di camomilla, con una quota oleosa che comprende, tra gli altri, gli oli di rosa mosqueta e di argan.
Le due parti, normalmente immiscibili, sono tenute insieme da emulsionanti quali il Sodium Stearoyl Glutamate.
La formula permette di riparare la barriera cutanea, trattenere idratazione e proteggere la pelle dallo stress ossidativo, senza ungere. Fornisce anche una bella selezione di attivi antiage di ultima generazione, che stimolano la produzione di collagene, e non fa mancare nemmeno un tocco calmante che mantenga la pelle lenita durante il giorno.
Trattandosi di una formula molto completa, questo siero può sostituire la crema in estate e per le pelli grasse.
Già citato nella beauty routine Primavera 2018.

QUINDI IL SIERO A COSA SERVE DAVVERO?

Siccome il termine siero può comprendere in pratica qualsiasi cosa, l’utilità di un siero dipende esclusivamente dalla formulazione del singolo prodotto.
Come sempre, torniamo all’importanza dell’analisi dell’INCI.
Se nessuno sapesse leggere l’INCI, domani mattina una qualsiasi azienda potrebbe produrre un gel con solo un pochino d’acqua, confezionarlo in graziose boccette di vetro e venderlo come siero super idratante ad un prezzo spropositato.

Chiedersi a cosa serva il siero viso non è la strada corretta.
La domanda giusta da porci è invece: di cosa ha bisogno la mia pelle?
E soprattutto: quali obiettivi voglio raggiungere?

Ad esempio, una pelle può avere bisogno di molta idratazione e può avere necessità di calmare e tenere sotto controllo un’allergia.
Al contempo, il proprietario di quella pelle può voler combattere delle macchie.
Quale siero scegliere? Per poter scegliere il siero più utile e funzionale sarà necessario individuare quali sono gli attivi più adatti a combattere le iperpigmentazioni e a idratare la pelle
In questo caso è importante anche fare attenzione a non acquistare un siero contenente sostanze che possano scatenare l’allergia, ed è utile che la routine comprenda anche funzionali in grado di calmare la pelle qualora ci fosse bisogno di affrontare infiammazioni cutanee imprevedibili.
Inoltre, siccome le macchie sono generalmente danni fotoindotti, ci sarà bisogno di una protezione solare.

In pratica, il siero ci serve a completare la routine cosmetica aggiungendo uno o più attivi che la nostra crema non contiene ma di cui la pelle ha necessità.
Unendo creme e sieri con diversi attivi si riesce a creare una skincare per chiunque.
È quindi il consumatore a dover scegliere un siero che sia attivo per la SUA pelle, che sia utile nel SUO caso specifico.
Se un siero ha una formula piena di attivi utili a combattere un problema che la tua pelle non ha, quel siero non serve a niente PER TE.

Il siero non ha magiche virtù divinatorie in grado di capire che cosa vogliamo o di cosa abbiamo bisogno, non è in grado di trasformarsi in base alla pelle su cui viene applicato.
Ogni formula ha delle caratteristiche proprie con funzionalità specifiche: in un mercato cosmetico che conta migliaia e migliaia di prodotti, esiste senza dubbio un siero adatto per ogni esigenza, ed è possibile completare qualsiasi skincare routine.

Il problema solitamente è la possibilità stessa di individuare il siero giusto; si tratta di un’impresa ostacolata in modo spudorato da pubblicità roboanti e non sempre veritiere, praticamente impossibile per chi non ha studiato un pochino di formulazione cosmetica

Purtroppo, comprare un siero senza guardarne la lista ingredienti non permette di essere sicuri che funzionerà solo perché è un siero: può essere una scelta fortunata, ma troppo spesso si rivela un  disastro.
Uno dei tanti motivi per cui ho iniziato a pubblicare analisi INCI su questo sito.

SI PUÒ UTILIZZARE SOLO UNA CREMA VISO SENZA SIERO?

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Assolutamente sì.
Di solito però questa soluzione non apporta abbastanza idratazione alla pelle, problematica che soprattutto con l’invecchiamento cutaneo diventa gravosa poiché la cute perde progressivamente la capacità di trattenere idratazione in modo autonomo.
Si preferisce utilizzare uno (o più) sieri, insieme ad una crema o un olio, per poter fornire alla pelle una gamma di attivi più completa in quantità ottimali.
Non è infatti garantito che tutti gli attivi di cui la pelle ha bisogno possano essere inseriti in un unico prodotto e in quantità sufficienti.

A volte, è addirittura preferibile utilizzare due sieri e nessuna crema.
Questa può essere un’eccellente soluzione, soprattutto nella stagione calda, in caso di pelle oleosa, oppure può essere la risposta giusta per non appesantire la pelle qualora si voglia applicare anche la protezione solare e il trucco.
In questi casi si abbina un siero gel e un olio o un siero emulsione (una cremina molto fluida), scelti affinché si completino a vicenda con gli attivi di cui la pelle ha bisogno.

Altre volte, il doppio siero è necessario perché molti trattamenti funzionali NON idratano abbastanza (è il caso del siero antimacchie citato prima): queste formule sono di solito a base di solventi o a base acquosa, contengono una bella concentrazione di attivi utili per risolvere un dato problema cutaneo, ma si asciugano subito e non idratano.
Aggiungendo una crema, non è detto che la situazione migliori.
Provare a idratare la pelle applicando ettolitri di prodotti che non trattengono acqua sulla cute è un po’ come comprare banane e pretendere di farci la spremuta. Oltre che uno spreco.
Anche in questo caso è utile ricorrere al doppio siero: un siero funzionale specifico per i propri obiettivi e un siero idratante.
Con l’avvento della skincare coreana, tra l’altro, è sempre più facile procurarsi sieri idratanti (molte essence ricadono in questa categoria) in flaconi decisamente grossi.
Queste confezioni permettono di usare il siero idratante in abbondanza, evitando che il consumatore utilizzi, nel tentativo di idratare la pelle, un eccesso di altri trattamenti di cui servono solo poche gocce.

Dorothy

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29 pensieri su “SIERO VISO: A COSA SERVE DAVVERO? Quale scegliere?

  1. Alessia says:

    Ciao Dorothy, grazie per quest’articolo, un unicum nel panorama di internet che finalmente mi ha aperto gli occhi su questa tipologia di prodotti! Vorrei chiederti una precisazione: secondo te quanti sieri è possibile sovrapporre? O meglio quanti prodotti in generale,comprese creme o oli che vanno messi alla fine? Utilizzando alcuni prodotti di The Ordinary,loro fanno riferimento ad una routine di “three serum formulations in a single regimen”, formulazioni in cui però a quanto ho capito includono anche gli oli. Io ho molte problematiche da trattare insieme e vorrei affiancare un siero antiage (acquoso) a quelli che già uso per le macchie (sempre acquosi),ma temo di “ingolfare troppo la pelle”. Grazie mille!

      • Jessica says:

        Ho scoperto da poco la pagina e ho notato che da mesi non ci sono nuovi post.
        Peccato Doroty non averti letta prima.
        Grazie per tutte le tue indicazioni.
        Jessica

  2. Francesca says:

    Ciao Dorothy, volevo chiederti un consiglio se possibile… Sto utilizzando il latte detergente burroso della Antos col panno in mussola ma mi si arrossa la pelle (è mista ma delicata), provando invece con un panno in microfibra più delicato va meglio, ma non è ancora ottimale e gli altri prodotti che uso non dovrebbero dare problemi per pelli sensibili… ma a me rimane il dubbio, cioè con queste temperature fredde in cui la pelle è più reattiva cosa sarebbe meglio? Abbandonare il panno (magari limitandosi a uno scrub delicato una volta la settimana – io quando li utilizzavo facevo un mix di olio di mandorle e bicarbonato) o usarne di un altro tipo? O continuare con quello ma aggiungere un siero più corposo? Cioè, è meglio anche irritare e poi riparare o stare solo sul delicato?
    Poi volevo chiederti se per caso tra i tuoi progetti c’è quello di fare un post sulle lozioni acide (vedo che sei meno attiva ultimamente, ma spero sia solo un periodo molto impegnativo, perché come dicevo in un altro post hai un blog molto valido)… sto utilizzando la luce liquida di veralab che ha acido silicico e guardando i tuoi post mi sembra una buona routine, ma ho un po’ di timore a usare degli acidi senza un’adeguata formazione…
    Ti ringrazio in anticipo 🙂

  3. Irene Chisari says:

    Ciao Dorothy. Ti ringrazio per questo approfondimento. A proposito di siero ho letto una tua scheda su Jalus Kalma, che però io uso come una crema dietro tuo suggerimento abbinandolo a volte al Fluido alla vitamina C che io considero un siero! Le aziende produttrici stesse a volte ci confondono! Volevo chiederti se Jalus Kalma in generale puo’ essere usato anche alla sera come effettivamente sto facendo in questo periodo. Grazie:) Irene

  4. Francesca says:

    Grazie mille per l’articolo di approfondimento! Ora non sarò travolta dall’acquisto compulsivo perché ho appena scoperto l’esistenza dei sieri 😀

    • Dorothy says:

      Ciao Cris,
      Sei gentilissima, ti ringrazio tanto per apprezzare il mio lavoro!
      Buona serata e un abbraccio
      Dorothy

  5. Camilla says:

    Ciao Dorothy,
    articolo molto interessante, grazie.
    Vediamo se ho capito bene: di fatto noi chiamiamo siero… quello che il produttore qualifica come tale, indipendentemente dal fatto che sia una soluzione o un’emulsione, un gel eccetera. É giusto? E ovviamente, come avviene con le creme, può trattarsi di prodotti diversissimi a livello di qualità (es. tipologia e varietà di attivi inseriti), ma a livello formulativo mentre le creme sono sempre emulsioni i sieri possono anche essere solo olio o solo acqua.
    Io avevo sempre creduto che un siero non potesse essere un’emulsione, sia perché a quel punto non ci sarebbe differenza a livello concettuale rispetto alla crema, sia perché avevo capito – probabilmente male – che evitare l’emulsione permette di riempire di più attivi la formula senza correre il rischio di “sfasciarla”, come potrebbe avvenire con le creme. Credevo fosse solo fase acquosa, leggermente gelificata, ed infatti non capivo quando dicevi “olio siero”, perché nella mia testolina erano categorie alternative. Adesso è più chiaro. (Credo. Può anche essere che non ci abbia capito nulla).
    Mi restano però un paio di dubbi: se il tonico non ha una definizione legislativa (come ricordo dal tuo articolo in proposito) e non ce l’ha neanche il siero, come fare:
    a) a distinguere l’uno dall’altro “in radice”, soprattutto quando il presunto tonico è “gelificato” (mi pare di ricordarne uno del genere in una delle tue routines) o al contrario quando il presunto “siero” è una soluzione?
    b) a ricondurre l’essence all’una o all’altra categoria?
    Grazie dei tuoi ottimi contributi!

    • Camilla says:

      Un’altra domanda che mi è venuta in mente a proposito di quello che dici degli oli (“essendo un olio non idrata”). Se ho capito bene, “idratare” vuol dire apportare acqua, e in inglese si dice “to hydrate”. Ma allora come si traduce “to moisturize”? “Apportare emollienza”? Ed è questa l’azione di un olio, quella che fa sembrare la pelle più morbida (che credo sia il motivo per cui molti dicono che un olio siero “idrata” anche se in realtà non apporta acqua)?
      Scusa le mille domande, spero che almeno siano chiare!

      • Dorothy says:

        Ciao Camilla,
        to hydrate e to moisturize sono traducibili entrambi con idratare, semplicemente si riferiscono a meccanismi diversi.
        L’idratazione fornita da un prodotto a base acquosa aggiunge attivamente una quota idrica alla cute, eventualmente con molecole che ne impediscano l’immediata evaporazione e che ne favoriscano l’assorbimento.
        Oli e creme idratano la pelle in modo indiretto, in quanto diminuiscono la perdita d’acqua trans-epidermica (TEWL, TransEpidermal Water Loss), con un film che ne impedisce l’evaporazione e/o attraverso la riparazione della barriera cutanea.
        Entrambi vanno ovviamente di pari passo per un’idratazione effettiva.
        A presto,
        Dorothy

    • Dorothy says:

      Ciao Camilla,
      Grazie a te per aver apprezzato il post!
      Direi che la tua ricostruzione è generalmente corretta.

      L’unico modo per distinguere un tonico da un siero quando entrambi sono soluzioni o gel è sempre la formulazione: il tonico in sè non necessita di ingredienti pregiati, deve eliminare il calcare dell’acqua di rubinetto, riequilibrare il pH e preparare una base idratata affinché riceva il resto della routine.
      Per distinguere i vari prodotti, quello che ci interessa sono le potenzialità funzionali contenute nella singola formula.
      La differenza tra soluzione liquida o gelificata è del tutto irrilevante.

      Esistono moltissimi tonici che vanno oltre le loro funzioni di base e si arricchiscono di funzionali tipici di un vero e proprio trattamento, che si tratti di molecole antiage, antiossidanti o proteine. Di solito non si tratta di formule economiche, e spesso non sono nemmeno gelificati (tanti sono liquidi in flacone spray), ma fa sempre piacere avere un tonico con una marcia in più.
      Le percentuali degli attivi sono spesso abbastanza esigue da non poter sostituire un trattamento, ma non è impossibile trovare tonici che potrebbero essere commercializzati come sieri / essence.

      La stessa identica distinzione, basata sul potenziale funzionale della formula, va esercitata tra tonico ed essence, la cui lista ingredienti dovrebbe contenere funzionali consistenti per qualità e quantità, non solo idratanti, ma eventualmente anche rivolti ad ulteriori necessità della pelle.
      Non meno importante è ricordare che la percezione e l’utilizzo delle essence nella cultura cosmetica asiatica le riporta in modo incontrovertibile nella categoria dei sieri / trattamenti.
      Esistono essence la cui formula è talmente “blanda” e il flacone abbastanza grosso da poter essere scambiate legittimamente per un tonico? Assolutamente sì e a quel punto è lecito dire che l’azienda avrebbe dovuto etichettarle diversamente, perchè come essence non valgono la sufficienza.
      Esistono anche essence semplicemente mal formulate pur senza sembrare tonici,

      Come sempre è la formula che ci dice se un prodotto è stato etichettato nella categoria corretta (per quanto i confini siano spesso molto sfumati), e per quali finalità può essere utilizzato.

      A presto,
      Dorothy

  6. N. says:

    Fantastica!
    so che è un argomento difficile da trattare, ma sarebbe possibile avere un articolo su prodotti adatti a chi soffre di psoriasi? in farmacia si trova di tutto e vorrei capire quali prodotti/ingredienti/principi possono essere davvero efficaci per questo problema. Spesso i dermatologi risolvono semplicemente con creme steroidee ma forse una routine quotidiana adatta potrebbe contribuire a migliorare la situazione (ovviamente non mi aspetto guarigione).
    Grazie.

    • Dorothy says:

      Ciao N,
      ti ringrazio per aver apprezzato l’articolo e per la tua gentilissima richiesta.
      Il problema dell’affrontare la psoriasi è che, trattandosi di una dermatosi di esclusiva competenza medica, i dermocosmetici possono essere implementati solo come supporto al trattamento farmacologico (se presente) e scelti proprio a partire dal tipo di trattamento in corso.
      La routine quotidiana aiuta senza dubbio a gestire meglio il problema e ad evitare la gravità e la frequenza dei momenti di crisi, perchè aiuta ad attenuare i sintomi e gli eventuali effetti collaterali dei farmaci. Tuttavia, farei fatica a dare delle direttive generali valide per tutti perchè, a maggior ragione in questi casi delicati, i cosmetici vanno scelti valutando le caratteristiche soggettive del singolo paziente e della situazione.
      Mi segno comunque l’argomento, non si sa mai che mi venga qualche idea.
      Grazie, a presto!

      Dorothy

    • Dorothy says:

      Ciao Laura,
      Sei troppo buona, ho la certezza che in INNUMEREVOLI altri argomenti potrei imparare io tantissime cose da ognuna e ognuno di voi!
      Grazie a te, di cuore,
      A prestissimo,
      Dorothy 😉

  7. Maria Iannaccone says:

    Ciao Dorothy, Grazie come sempre per l’interessante articolo. Una sola domanda secca e diretta, questo siero di eterea sulle macchie post acne, funziona davvero? In generale, mi aspetto che alla fine del flacone, il prodotto abbia apportato reali migliorie visibili allo stato della mia pelle. Giusto avere una simile aspettativa, o più giusto entrare nell’ottica di trattamenti da protrarre per più mesi, quando parliamo di Sieri con specifiche funzionalità come quelli che hai mostrato in fotografia?

    • Dorothy says:

      Ciao Maria,
      Se la funzionalità dei trattamenti dermocosmetici fosse esclusivamente legata alla loro formulazione, potrei risponderti con assoluta certezza sul fatto che funzionino, perchè il siero antimacchie contiene una schiera di funzionali importanti per l’inibizione dell’enzima tirosinasi, dal quale dipende il meccanismo ossidativo che trasforma l’amminoacido tirosina in melanina, ossia in macchia.
      In sostanza, questa formula ha tutte le carte in regola per evitare che i rossori post brufolo si trasformino in macchie brune permanenti e per far sbiadire progressivamente, nell’ambito di una routine pensata per sostenere questo scopo, le macchie già esistenti.

      Nel caso specifico, bisogna tenere conto che per la guarigione totale dell’infiammazione è necessario che la pelle sia in grado di attivare i propri meccanismi rigenerativi, ed eventualmente che nel resto della routine ci siano molecole in grado di alleviare l’infiammazione. Se una di queste due cose manca, anche i miglioramenti ascrivibili al siero perdono potenzialità.

      Il problema è che la funzionalità dei trattamenti dipende anche da fattori non ascrivibili al cosmetico, quali la capacità ricettiva della pelle, la capacità di metabolizzazione della pelle e la velocità di risposta, sempre della pelle.
      Questo rende necessario attendere i tempi della propria cute, ed è assolutamente normale, soprattutto quando si parla di macchie, che un flacone di un singolo prodotto non sia sufficiente.
      In condizioni ottimali, le macchie brune prevedono trattamenti di almeno due anni (non obbligatoriamento con lo stesso prodotto, ma è necessaria una certa continuità tra le molecole), mentre le macchie post infiammatorie possono invece essere risolte più velocemente, ma i risultati variano moltissimo a seconda del soggetto.
      Buon proseguimento,
      Dorothy

      • Maria Iannaccone says:

        Grazie mille, posso chiederti un articolo sulle macchie da acne/iperpigmentazione e solari, dovute a gravidanza e sole? Comunque grazie ancora.

        • Dorothy says:

          Ciao Maria,
          Sono la bellezza di tre argomenti da trattare separatamente, mi segno il suggerimento e ne terrò conto.
          Buona serata,
          Dorothy

          • Maria Iannaccone says:

            Io credevo che le macchie potessero essere trattate in un unico argomento, anche perché mi sono state proposte creme schiarenti, da addetti ai lavori che affermavano che quella crema potesse schiarire tutti i tipi di macchie, qualunque ne fosse la provenienza (acne, sole, gravidanza, farmaci, Appunto).
            Grazie per la pazienza.

  8. Giusi says:

    Ciao Dorothy,
    Una sola parola: applausi!!

    Questo articolo è davvero frutto dello studio di una professionista che riesce a far comprendere a tutti i non addetti ai lavori quello che vuole dire.
    Mille volte grazie, perché da quando ho trovato il tuo blog, qualche anno fa ormai, sono diventata una consumatrice molto più attenta e consapevole. Pelle e portafoglio ringraziano anche loro!
    Un caro saluto, e buon weekend.
    Giusi

    • Dorothy says:

      Ciao Giusi,
      Grazie infinite a te per il tuo gentilissimo commento, sono proprio felice che l’articolo sia stato gradito!
      Buon week end, a presto,
      Dorothy

      • Liliana says:

        Ciao Dorothy,
        aspetto la tua newsletter o qualche nuova skincare routine (autunno 2019?), ma non c’è…. Non riesco a capire se il problema è solo mio oppure “sei in pausa”. Spero torni presto ad informarci con i tuoi nuovi articoli. Un abbraccio.

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