Ho ricevuto questo campioncino di crema viso autoabbronzante di Bottega Verde all’ultimo acquisto fatto in negozio, ed ero particolarmente curiosa di sbirciarne l’inci e di provarla dato che, come sapete, in viso metto sempre la protezione 50 e questa zona resta sempre un pochino più chiara del resto del corpo.
Il full size consta di un un tubetto di crema con tappo dosatore a scatto contenente 50 ml di prodotto, al prezzo di 16,99 € acquistabile qui (ora scontata del 55%).
recensione campioncino – prime impressioni
La crema è perfettamente bianca, molto grassa e corposa, tanto che lascia sul viso una sgradevole patina di unto che porta la mia pelle grassa a produrre copiose quantità di sebo. In quei momenti l’unico desiderio era di andarmi a lavare il prima possibile, ma ho resistito per ben due applicazioni (tanto è durato il sample) nel tentativo di vedere se e come colorasse questo prodotto.
Come ogni autoabbronzante, anche questa crema viso di Bottega Verde rilascia quel sottile odore tipico che personalmente non gradisco. Inizialmente è coperto da una profumazione molto leggera e gradevole, che richiama gli altri prodotti della stessa linea (trovo ottimo l’abbronzante per un giorno che si toglie con l’acqua), ma poi la puzza di autoabbronzante sale al naso e mi tedia.
Sinceramente non so come faccia chi la usa a sopportare quel mascherone unto in faccia ogni giorno, dato che la crema viso autoabbronzante di Bottega Verde si propone come idratante quotidiano con autoabbronzante graduale.
Infatti, dopo due applicazioni io non ho notato la benchè minima differenza di colorito, nonostante in mezzo mi fossi pure esposta al sole. Eccovi due foto, anche se ancora non ho fatto pace col bilanciamento del bianco e sembrano diverse: vi assicuro che la mia pelle era grossomodo dello stesso colore.
analisi inci
L’inci è sinceramente tra il disgustoso e l’inguardabile: acqua, estere (olio sintetico) di derivazione naturale, un petrolato (paraffinum liquidum) e quattro siliconi (cyclopentasiloxane, cetyl PEG/PPG-10/1 dimethicone, cyclohexasiloxane e stearoxy dimethicone). In mezzo c’è il dihydroxyacetone, uno zucchero che costituisce l’unico attivo autoabbronzante della formula, peraltro il più economico e “aranciato” sul mercato.
Trattandosi di una crema autoabbronzante graduale, la quantità di attivo scurente è già molto bassa, e potremmo già fermarci qui per poter dire senza pietà che si tratta di una crema vuota e di qualità scarsina. L’unica idratazione che può dare è dovuta al film di petrolati e siliconi che evitano che la pelle si disidrati, per il resto può solo far peggiorare le impurità e non apportare alcun beneficio alla pelle.
In quantità minime, vicino al conservante, troviamo comunque i pochi attivi reclamizzati sulla confezione: estratto di the verde, estratto di lawsonia inermis (hennè rosso) e olio di caffè. Che siano utili a qualcosa? Io non credo, la crema è peraltro bianchissima e sia l’hennè che il caffè colorano molto.
Come se già tutto ciò non bastasse, oltre all’ottimo conservante fenossietanolo più parabeni (si, lo so che a tante i parabeni non piacciono, ma vi assicuro che dovendo conservare le creme senza che diventino armi batteriologiche si tratta di una delle migliori scelte possibili) abbiamo anche l’imidiazolidinyl urea, conservante cessore di formaldeide (ve l’avevo detto…) che spero vivamente venga vietato tra un mesetto e ce ne liberiamo. Come al solito, ripeto anche qui che Bottega Verde sta modificando i suoi inci togliendo questo genere di ingredienti, ma il campioncino mi è stato dato il mese scorso dalla commessa quindi, a meno che non rifilino bustine vecchie, questo è quanto. Inutile dire che anche qualora togliessero l’imidiazolidinyl urea questa crema sarebbe comunque da lasciare dov’è con sdegno e ribrezzo.
Il problema è che proprio la natura “graduale” di questa crema viso autoabbronzante richiede che venga applicata con costanza ogni giorno fino al raggiungimento del colore desiderato, imponendo quindi di sostituire la propria abituale routine con questo concentrato unto di schifezzuole… Altro discorso sarebbe se con un’unica applicazione si raggiungesse già un buon colore da mantenere con una o due applicazioni alla settimana, in cui la cavia stringe i denti ogni tanto e la cosa finisce lì. Non ci siamo.
Opinione conclusiva
Autoabbronzante costoso, non dermocompatibile, inquinante, grasso e di qualità scarsa.
Non la comprerei nemmeno se costasse un euro (ed è già stato abbastanza traumatico usarla per solo due mattine).